Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
Nella vita del credente anche i gesti più ordinari possono diventare occasione nella quale riconoscere e gioire per ciò che Dio realizza e dona; questa è la testimonianza che Maria ci offre nel suo incontro con la cugina Elisabetta. Nell’ esperienza di un cordiale incontro famigliare la Vergine è condotta a testimoniare che la sua gioia, la sua beatitudine sta nell’ aver dato credito alla Parola che Dio ha posto sulla sua vita; questa fiducia ha il suo tratto essenziale nella capacità di rendere grazie, di accorgersi del bene ricevuto e lodare il Signore. Lo sguardo di Maria non è però centrato solo su di sé; pur vivendo un’esperienza unica e impareggiabile il suo sguardo si allarga sul mondo intero per annunciare che in ogni condizione di vita Dio pone una prospettiva di felicità vera, anche se non sempre immediatamente comprensibile.
La sfida per la nostra esperienza quotidiana passa quindi attraverso questo “sguardo nuovo” capace di andare oltre le fragilità, le povertà e la violenza; ciò che ci appare potente, forte e ricco rischia spesso di essere un’illusione di felicità che fa fermare il nostro sguardo sulle creature, impedendoci di andare verso il Creatore.
Il contesto in cui Maria sperimenta tutto questo è quella della relazione, dell’accoglienza e dello stupore; qui può nascere una vita nuova, qui si può diventare portatori della salvezza, dell’amore di Dio.