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A cura di Fra Nicola Zanin

Vegliate


Dal vangelo di Marco 13,33-37

Vegliate: si ripete ogni anno, all'inizio del cammino d’Avvento, questo invito per la nostra vita, quasi come un ritornello che la liturgia stessa non sembra stancarsi di farci ripetere.

Vegliate, perché non sapete quando è il momento. Vegliare non è soltanto un verbo o una parola lontana nel tempo: è uno stile da assumere nei giorni, nella ferialità del vivere, uno stile che contraddistingue la vita del cristiano.

Vegliare è rendersi pronti a quell'incontro decisivo per la mia vita, a quella sorpresa che si rivela quasi inspiegabilmente negli eventi semplici, consueti, ordinari della mia esistenza.

Vegliare è non rimanere indifferenti o assopiti di fronte a ciò che accade intorno a me, alle persone che incontro, a quelle a cui voglio bene o meno: vegliare è essere interessati a quel passo silenzioso di Dio che attraversala mia vita e che mi invita a fare attenzione a ciò che si svolge nella mia storia, in quella dei fratelli e delle sorelle che camminano al mio fianco.

Vegliare è una scelta da rinnovare nel tempo, in una continua tensione tra presente e futuro, tra terra e cielo, in attesa che il desiderio che porto nel cuore sia colmato da Colui che da sempre mi ha desiderato.

Solo chi rimane nella vigilanza, è capace di apprezzare e gioire dell’istante presente, è capace di conoscere il significato e la bellezza dell’attesa dell’amico che tarda a venire, certo che Lui comunque verrà.

Vegliate: sia questo allora il momento favorevole per decidersi, questo il tempo in cui iniziare ad accorgersi di come il Signore ha deciso di passare nella nostra vita.


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