« [...] vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono».
Chissà perché ma spesso il Vangelo, con i suoi racconti, cade a pennello e le vicende che vivono i discepoli assomigliano molto alla quotidianità che viviamo nelle nostre realtà.
Fino a qualche giorno fa, infatti, ero intenta a sorvegliare la barca: controllavo l'equipaggiamento, le scorte per il viaggio, i miei compagni di avventura e la funzionalità della mia rete. La barca era salpata da poco ed ero convinta che tutto procedesse seconda la rotta. Tuttavia, a Treviso, il vento è cambiato e la nostra fraternità è andata incontro a un cambio di rotta.
Tante sono state le emozioni che mi hanno coinvolto nel capitolo elettivo del nuovo Consiglio Regionale, tante sono state le lacrime che sono scese sulle mie guance dopo il sì di Andrea, Melania, Francesco e Matteo. Sì perché ad accogliere l'impegno di un servizio così lo fai solo perché ti fidi. O meglio, ti affidi. Abbandoni la certezza delle acque che hai già navigato, smetti di riparare la tua rete, accogli nuovi compagni di viaggio e prendi la scialuppa che ti lancia Gesù, dando un nuovo assetto alla tua vita.
Pensando di avere il controllo del timone della mia barca, avevo fatto tutti i miei piani per raggiungere la meta con tranquillità: ma chi sceglierebbe di vivere una giornata monotona e prevedibile di pesca piuttosto che iniziare un viaggio pieno di novità e nuovi incontri dove non sai cosa puoi ricevere?
Mettendo a disposizione il loro bagaglio di umanità Andrea, Melania, Francesco e Matteo hanno ammesso il desiderio di una relazione più profonda che solo Gesù può definire e si sono messi a servizio per la Gioventù Francescana del Triveneto.