A nessun cittadino italiano può essere sfuggita l’importanza mediatica e sociale della prima domenica di marzo. Da settimane radio, televisioni e piazze ne parlano senza tregua fino ad elevare quelle ventiquattr'ore a giornata più importante dell’anno. Le strade dei nostri paesi e delle nostre città si sono riempite ormai da giorni di quelle orribili piastre metalliche pronte ad accogliere gigantografie di volti più o meno noti. Abbiamo sentito per settimane le solite promesse, abbiamo assistito ai soliti teatrini e, probabilmente, al di là del nostro schieramento politico, ci siamo ritrovati delusi e annoiati da quest’assenza di novità, da una campagna elettorale drammaticamente vuota.
Ma allora, cosa succede di così importante in questa domenica di marzo?!
Forse nel 2018 non ci sembra un evento così importante, così ricco di significato, abbiamo altro a cui pensare, abbiamo l’università, il lavoro, la famiglia, gli amici, insomma, abbiamo noi stessi, a cui dedicare tutti gli attimi liberi disponibili. Nel nostro egoismo ci dimentichiamo persino di tutti quegli uomini e quelle donne che hanno lottato e sono morti per guadagnarsi il diritto di voto, per dare a tutti noi la libertà di esprimere la nostra opinione. Votare significa essere liberi, votare significa pensare agli altri nel ricavarci il tempo per informarci e per costruire dentro di noi un’idea documentata e personale, votare significa pensare al prossimo, pensare al nostro stato, pensare a chi grazie ai risultati di queste elezioni potrebbe perdere il lavoro o trovare una casa, pensare a chi verrà dopo di noi e avrà sulle spalle il peso degli errori da noi compiuti o che abbiamo lasciato compiere.
Al giorno d’oggi, come in altri tempi del passato, è facile e quasi normale per un cristiano rifugiarsi al riparo del solo ambito spirituale, ripudiando quel mondo che ci sembra troppo sporco, troppo difficile per poter essere cambiato. Chiudersi nelle chiese, nei gruppi, nelle fraternità e illuderci che quello sia il mondo, che quel luogo protetto, nicchia calda e confortevole sia tutto ciò di cui abbiamo bisogno è un errore che non possiamo compiere, non è questo che Gesù e San Francesco ci hanno insegnato.
Come cittadini è fondamentale onorare questo diritto, come credenti è un dovere utilizzarlo per donare qualcosa ai nostri concittadini. Abbiamo la fortuna di credere in un Signore che ogni giorno ci dona tanto, questa è l’occasione di provare a restituire una briciola di quel tanto a coloro che abitano questo paese meraviglioso. Non è importante quale sarà il simbolo su cui poggerà la tua penna, quello che conta è che ognuno di noi abbia il coraggio di investire un po’ del suo tempo nel mettersi al servizio degli altri, nell'esaminare ciò che ci viene promesso, nel ricercare ciò che, secondo noi, più si avvicina ai valori in cui crediamo e che professiamo. Quello che conta è che il 4 marzo l’impegno elettorale sia l’impegno inderogabile, sia quell'appuntamento a cui non possiamo mancare e a cui non possiamo presentarci impreparati perché da lunedì mattina tante cose resteranno immutate, tante altre cambieranno e il nostro voto, il nostro parere, la nostra libertà resteranno impressi per sempre a testimonianza del nostro impegno, della nostra disponibilità a metterci in gioco, del nostro amore per il prossimo e per la terra che abitiamo.
Buon voto a tutti!