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A cura di Fra Carlo Poloni ofmcap (Commissione

Contro l'ipocrisia, le priorità


Se c’è qualcosa che Gesù non sopporta, è l’ipocrisia. Nei vangeli, spesso si scaglia contro i farisei, abili a nascondere una religiosità senza cuore esibendo una pietà di facciata… che possa suscitare nel popolo ammirazione e rispetto. È il rischio di ogni religione: è facile scambiare la devozione al divino con una morale fatta di “cose da fare e da non fare”; additare i doveri non assolti e i divieti trasgrediti, sottolineando le piccolezze con precisione maniacale e acribia insospettata - a volte anche con un po’ di cattiveria - è cosa più frequente di quanto pensiamo… A differenza che nella Chiesa del passato, nelle parrocchie, nei conventi, nei movimenti ecclesiali e nei gruppi di preghiera non ci si affanna certo dietro a questioni centrali, come i contenuti della nostra fede, la fedeltà ai dogmi, sulla comprensione di ciò che Gesù ci ha affidato attraverso la comunità dei suoi discepoli, ma amabilmente ci si “scanna” sui canti, su chi legge, su chi fa il turno al bar dell’oratorio, sulle vesti liturgiche… Di certo, non a proposito dell’applicazione pratica di quel Comandamento, che per Gesù è il comandamento n. 1: l’amore vicendevole, come lui l’ha donato a noi! La Buona Notizia per noi oggi è che, se non perdiamo di vista le priorità, possiamo essere fratelli; e che, se non ci accontentiamo di un cristianesimo di facciata, possiamo diventare veramente discepoli di Gesù!


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