Commento al Vangelo di Luca 1,26-38
Il popolo con la sua sapienza antica e semplice, in questi giorni, guarda a Maria da secoli e non sa dire altro: “Sei tutta bella” – “Tota pulchra es Maria”. Con la stessa semplicità di un bambino che guarda la sua mamma e sa che la mamma è sempre bella. La mamma non ha difetti, la mamma profuma di mamma, veste di mamma, ha i colori della mamma: insomma la mamma è tutta bella.
Ci viene data l’occasione di riscoprire la semplicità tipica di Francesco che nel suo dialogo con Maria si riscopriva bambino. Maria è bella perché immacolata, perché pensata da Dio per primo. Lei, la ragazza, la giovane che scopre di essere anzitutto pensata da Dio per qualcosa di grande.
Prima di scoprire di aver ricevuto un dono, lei stessa si scopre dono. Scopre che la sua vita, i suoi pensieri, la sua carne, le sue membra sono essenzialmente dono. Non sta lì a pensare cosa Dio le stia chiedendo ma contempla che Dio l’ha resa dono. Si scopre dono pensato sin dall’origine, dalla notte dei tempi, dall’archè originario.
Guardare a lei per cogliere come anche noi siamo dono, dono di Dio a noi stessi ed agli altri. Siamo dono pensato per essere donato. Non possiamo essere usati, sottovalutati, scartati ed abbandonati. Siamo dono per essere donati, perché la nostra carne sia “palazzo, tabernacolo, casa” (FF 259) come lei, la Vergine che divenne Madre.