Commento al Vangelo di Luca 2,1-14
Nel giorno di Natale la liturgia ci fa meditare il prologo del Vangelo secondo Giovanni. Questo testo ci aiuta a tenerci lontani da interpretazioni banali e sdolcinate del Natale di Gesù, e a scrutare dentro il mistero del Verbo di Dio incarnato: il Figlio eterno del Padre, generato e non creato, rivestito di tutta la grandezza e potenza di Dio, eppure svuotato della gloria fino al punto di farsi un in-fante (non-parlante).
Lui è la Parola divenuta silenzio, che non si impone alle sue creature, ma si propone con la piccolezza e l’umiltà di un Bambino, che lascia all'uomo la libertà di accoglierlo e anche di rifiutarlo. Secondo il prologo il Natale diviene il giorno della fedeltà e audacia di Dio: “la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” ed ancora “Egli era nel mondo […], eppure il mondo non lo riconobbe. Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”.
Ecco l’audacia di Dio, la Sua volontà fedele al Padre di calarsi in una storia che pur avendo disperato bisogno di Lui, gli resiste e lo rifiuta. Egli, però, rimane fedele anche alle persone, perfino quando esse volgono lo sguardo altrove.
Ma il Natale è il giorno della fedeltà e audacia anche per noi cristiani, chiamati ad una fede più radicale e a rispondere con la nostra gioiosa sequela. In questo giorno noi diventiamo credenti con una fede più salda, aggrappata su Dio, che diventa preghiera: nell’ascolto della Sua Parola, nello spezzare il Suo pane, nel rivolgerci a Lui quando siamo affaticati, delusi e sofferenti.
Ci vuole fedeltà e audacia ad essere Cristiani! A credere fino a fidarsi di Dio più che di se stessi, fino ad affidarsi a Lui più che alle nostre autosufficienze, resistendo alle soluzioni facili e alla legge del branco.
Natale è il giorno della fedeltà e dell’audacia per abitare con amore la storia, la vita, al di là dell’indifferenza, dell’arroganza.
È più facile ridurre il Cristianesimo ad una dimensione intima e privata piuttosto che accoglierlo, come Gesù lo ha voluto, fermento nella massa e città collocata sul monte, per tutti nota e visibile. Natale, dunque, è il giorno della fedeltà e dell’audacia divina ed umana.
Auguri, allora, di un buon fedele e audace Natale.