La scuola di politica promossa da Comunità di Connessioni è un’occasione per un confronto con realtà diverse e di approfondimento sull’attualità, offrendo uno spazio di formazione spirituale, culturale e di confronto.
Il tema di quest’anno è la biopolitica, ovvero quelle scelte che, soprattutto nel recente contesto pandemico, hanno portato a limitazioni di alcune libertà al fine di garantire la salute e custodire la vita. D’altro canto la biopolitica non è soltanto limiti o divieti, ma può diventare l’occasione per pensare ad una cura di tutti nel migliore modo possibile, soprattutto in una situazione dove, alla pandemia, si aggiunge l’emergenza profughi.
La necessità di stare nella realtà e di parteciparvi attivamente ha portato pertanto a riflettere sul conflitto in corso in Ucraina, tema a partire dal quale i due relatori, Antonio Funiciello, capo di gabinetto della Presidenza del Consiglio dei ministri, e Marco Damilano, ex Direttore de L’Espresso, hanno formulato i loro interventi.
In tale frangente ritorna, forte, la chiamata al coinvolgimento, al fruttificare, tema che ci accompagna in questo periodo, avendo come punto di partenza inderogabile il mettersi in ascolto e il cercare di comprendere e interpretare il mondo che abitiamo.
Tutto questo inizia con un interrogarsi sulla relazione con noi stessi, con Dio, con gli altri, con l’ambiente: temi sui quali Padre Francesco Occhetta, Direttore di Comunità di Connessioni, invita a riflettere partendo dall’esame di coscienza di S. Ignazio. Ne deriva l’interrogarsi su come abitiamo il mondo e su quale avvenire vogliamo costruire.
Il mondo di oggi, osservano i relatori, ci chiama sempre più a confontarci sui modelli di vita comunitaria e politica: da una parte un modello democratico che chiede un continuo coinvolgimento, partecipazione, un modello del “nessuno escluso”, dall’altra l’autoritarismo dell’uomo solo al comando. Da una parte, quindi, una realtà che nega la partecipazione, dall’altra invece una realtà che proprio sulla partecipazione e il coinvolgimento si fonda.
Tale coinvolgimento si radica in una certa lettura della storia, una lettura che non può essere come quella dell”inevitabilità della storia”, che ci vede elementi passivi di eventi inevitabili, ma nemmeno quella dell’antipolitica, della ribellione al contesto, nel quale di fatto viviamo e operiamo in un continuo rapporto con un “prima” ereditato e un “dopo” proposto.
C’è, invece, un invito a leggere il tempo, l’avvenimento, perché possa diventare lo stimolo per un contributo alla comunità. E’ un invito che si radica nell’esperienza dell’Esodo, del cammino nel deserto, verso una meta, attenti alla memoria del passato, ai segni che troviamo su questa strada, sapendo che possono diventare stimoli per un cammino insieme nella ricerca di una meta condivisa, e che solo nell’attenzione all’altro (e aggiungo: all’Altro) e nella condivisione di un percorso possono esserci le premesse per un avvenire buono, nel quale portare frutto.
Il resoconto completo della giornata si può trovare al seguente link:
https://comunitadiconnessioni.org/editoriale/democrazia-biopotere/
su che cos’è la biopolitica e su come Comunità di Connessioni la sta indagando:
https://comunitadiconnessioni.org/articoli/biopolitica-il-perche-di-una-scelta-di-percorso/
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